sabato 5 novembre 2011

Genova 04/11/11

Un post off-topic oggi.... il cuore troppo triste per tutto quello che è successo, vedere il mio vecchio quartiere ridotto così mi fa troppo male. Lascio i miei pensieri a De Andrè...

Questo del protagonista di Dolcenera è un curioso tipo di solitudine. È la solitudine dell'innamorato, soprattutto se non corrisposto. Gli piglia una sorta di sogno paranoico, per cui cancella qualsiasi cosa possa frapporsi fra se stesso e l'oggetto del desiderio. È una storia parallela: da una parte c'è l'alluvione che ha sommerso Genova nel '70, dall'altra c'è questo matto innamorato che aspetta una donna. Ed è talmente avventato in questo suo sogno che ne rimuove addirittura l'assenza, perché lei, in effetti, non arriva. Lui è convinto di farci l'amore, ma lei è con l'acqua alla gola. Questo tipo di sogno, purtroppo, è molto simile a quello del tiranno, che cerca di rimuovere ogni ostacolo che si oppone all'esercizio del proprio potere assoluto.
(Fabrizo De Andrè, Palasport di Treviglio, 24 marzo 1997)
Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê


Guardala che arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com'è
guardala che arriva che è lei che è lei

nera che porta via che porta via la via
nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera
nera che picchia forte che butta giù le porte

nu l'è l'aegua ch'à fá baggiá
imbaggiâ imbaggiâ


Non è l'acqua che fa sbadigliare
(ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre

nera di malasorte che ammazza e passa oltre
nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c'è luna luna
nera di falde amare che passano le bare

âtru da stramûâ
â nu n'á â nu n'á


Altro da traslocare
non ne ha non ne ha

ma la moglie di Anselmo non lo deve sapere
ché è venuta per me
è arrivata da un'ora
e l'amore ha l'amore come solo argomento

e il tumulto del cielo ha sbagliato momento
acqua che non si aspetta altro che benedetta
acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale
acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte

nu l'è l'aaegua de 'na rammâ
'n calabà 'n calabà


Non è l'acqua di un colpo di pioggia
(ma) un gran casino un gran casino

ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare
quando ingorga gli anfratti si ritira e risale
e il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
e la lotta si fa scivolosa e profonda

amiala cum'â l'aria amìa cum'â l'è cum'â l'è
amiala cum'â l'aria amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

Guardala come arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei

acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
acqua per fotografie per cercare i complici da maledire
acqua che stringe i fianchi tonnara di passanti

âtru da camallâ
â nu n'à â nu n'à


Altro da mettersi in spalla
non ne ha non ne ha

oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
che si prende per mano
a battaglia finita
come fa questo amore che dall'ansia di perdersi

ha avuto in un giorno la certezza di aversi
acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
bassa sfila tra la gente come un innocente che non c'entra niente
fredda come un dolore Dolcenera senza cuore

atru de rebellâ
â nu n'à â nu n'à


Altro da trascinare
non ne ha non ne ha

e la moglie di Anselmo sente l'acqua che scende
dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
nel suo tram scollegato da ogni distanza
nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza

così fu quell'amore dal mancato finale
così splendido e vero da potervi ingannare

Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê


Guardala che arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com'è
guardala che arriva che è lei che è lei

3 commenti:

  1. Faber un uomo "in musica" non sempre apprezzato.... ha cantato questa nostra Liguria talvolta sorniona e l'ha resa colorata come un dipinto a cielo aperto!!!!Glo

    RispondiElimina
  2. Ciao soni, mi é spiaciuto molto vedere quel disastro, frutto dell'inerzia dei politici.
    Essi, in realtà, hanno deciso le sorti di quei poveri disgraziati che non ci sono più. Tutto quel fango poi, nelle case e dentro i negozi lascia sgomenti,attoniti.
    Da parte mia sono legato alla città dato che per anni sono venuto a trovare una persona anziana, che poi é mancata. Si trattava di un professore che non era nemmeno un parente e abitava in Via Casaregis. Ma ti racconterò...
    Ogni volta era un gran piacere arrivare in città ma già allora alcune cose mi sembravano fuori posto. La città mi dava l'impressione di essere come appesa alla montagna retrostante e quei torrenti che finivano in mezzo alle case mi lasciavano perplesso.
    Per il momento, solo per il momento ti saluto.
    A presto... Rapetti

    RispondiElimina
  3. Ciao Rapetti e grazie per il commento. Sì, da un lato ci sono le colpe di ha amministrato la città per molti anni, ed ha permesso di edificare scempi di palazzi sventrando colline. Dall'altro anche la conformazione del territorio fa la sua parte... la natura prima o poi presenta il suo conto e la città è praticamente costruita su tutti i torrenti che da monte arrivano a mare, e di molti non ce ne rendiamo neanche conto perchè sono totalmente coperti. Spero che quello che è successo apra gli occhi a chi ci governa (e l'anno prossimo ci saranno le elezioni comunali) e si faccia un piano per rimetterci in sesto. Sono stanca di vedere che qualsiasi evento atmosferico, neve, pioggia o ghiaccio sia come potenziato quando arriva qui e porti sempre disagi estremi o distruzione. Un salutone

    RispondiElimina